giovedì 29 ottobre 2015

#058 - Tullio Pericoli

Fotografia di Maurizio Leoni

Un po’ di tempo dopo l’ultima capatina a Bologna per vedere la mostra del grande fotografo Nino Migliori, sono tornato a Palazzo Fava per osservare da vicino le meravigliose opere di Tullio Pericoli, celebre e raffinato disegnatore, illustratore e pittore milanese di origini marchigiane.
Inutile soffermarmi sul fatto che questo evento espositivo intitolato “Sulla Terra” abbia fin da subito suscitato in me un fortissimo interesse sia per il tema trattato, quello del paesaggio, sia per il tipo di rappresentazione ricca di grafismi e di tinte che ammaliano lo sguardo, sia per la materia che sembra trapelare dalle tele o dai cartoni.
Per uno come me che vive di paesaggio e che vorrebbe passare dal mezzo fotografico alla tela, imbracciando invece che la reflex il pennello e la tavolozza, è stata un’esperienza forte che mi ha regalato belle sensazioni e mi ha riempito il cuore di grazia, ricordandomi i paesaggi marchigiani tanto simili per certi aspetti a quelli della mia amata Umbria.
Mentre sto scrivendo ho sottomano il catalogo bello ed elegante a cura di Elena Pontiggia e Graziano Campanini, edito da Skira (Ginevra-Milano) e realizzato con una carta accattivante anche al tatto.
Sfogliandolo è facile rendersi conto che per quanto ben realizzato esso non riesce a restituire pienamente la bellezza dei dipinti, che ovviamente anche se riprodotti in maniera professionale, un po’ appiattiscono senza riuscire a trasmettere le stesse emozioni che si vivono nell’osservare dal vivo le opere originali.
Nel vedere i quadri di Tullio Pericoli mi è saltato subito all’occhio il legame con le fotografie di Mario Giacomelli e non mi sono sorpreso più di tanto quando nella biografia del pittore ad un certo punto ho letto: Nel 2012 (…) i paesaggi dipinti da Pericoli entrano in relazione con quelli fotografati da Giacomelli nella mostra “Graffiature. I Paesaggi di Tullio Pericoli e Mario Giacomelli” alla Rocca Roverasca di Senigallia.
Che dire, la visita a questa mostra non solo mi ha ripagato del prezzo del biglietto, ma mi ha risarcito anche della cavalcata in solitario sulle dorsali dell’Appennino, con le solite deviazioni e scambi di corsie che si incontrano lungo della strada del “Verghereto” a seguito dei perenni lavori in corso.
Per fortuna verso Imola ci sono gli amici che mi aspettano a braccia aperte e come al solito si finisce sempre a tavola con i favolosi tortelli di zucca della signora Maria.
E domenica prossima si riparte, questa volta verso Roma, per ammirare altre bellissime mostre che la capitale ci offre, come ad esempio quella già segnalata di Olivo Barbieri al MAXXI.
Il motto del giorno potrebbe essere: la vita è una cosa meravigliosa e l’arte è la ciliegina sulla torta.
Saluti.


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